La storia di Taoufik

Oggi, 17 maggio, ricorre la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Indetta con la risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007,  questa ricorrenza accende i riflettori sulle discriminazioni e le ingiustizie che le persone Lgbtqia+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali, agender, asessuali, ecc…) subiscono nel mondo del lavoro a causa del loro orientamento sessuale e identità di genere.
Con l’occasione, ringraziamo vivamente Taoufik, uno dei ragazzi che frequenta il CIAO di Siracusa, che ha voluto condividere la sua storia con noi. Siamo certi che stimolerà una riflessione profonda sulla necessità di contrastare le violazioni dei diritti umani che avvengono sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.

Mi chiamo Taoufik, ho 31 anni, richiedente protezione internazionale dallo Stato italiano e questa è la mia storia:

Sono nato in Tunisia e proprio li è iniziato tutto. Man mano crescendo ho capito che dentro di me c’era qualcosa di diverso rispetto agli altri, e poi dopo anni, piano piano, ho saputo che mi piacevano i ragazzi piuttosto che le ragazze. Abitando in un paesino di periferia era impossibile una cosa del genere, però era più forte di me, mi odiavo, non capivo nulla, troppi sentimenti, sensazioni messe insieme, per questo ho scelto di chiudermi in me stesso e di non parlare di questa cosa.

Nel 2017 ho iniziato a studiare per prendere la laurea magistrale a Tunisi, li ho cominciato a capire cosa è il mondo LGBTQ+, ho conosciuto persone della comunità e da lì ho incominciato ad accettarmi ed a convincermi che era una cosa normale.

Ma per me l’inferno è cominciato quando i miei hanno saputo che sono omossessuale, mi hanno picchiato e maltrattato, hanno chiamato anche i miei cugini e mio zio perché per loro l’omossessualità è una malattia e non ero libero di amare il mio stesso sesso.

Sono dovuto scappare da un amico. Non è stato facile, mi sono ritrovato senza soldi, famiglia. Ma grazie al supporto del mio amico sono riuscito a continuare gli studi in quanto sapevo che sarebbe stata la mia unica salvezza per poter essere libero di essere me stesso senza nascondermi e senza essere giudicato.

Ho dovuto nascondere i miei sentimenti, le mie emozioni. Per questo motivo sono venuto in Italia per essere libero di essere ciò che sono. Ho utilizzato lo studio per scappare da un mondo ancora legato alla religione, abitudine e tradizione.

All’inizio non è stato facile farlo da solo per questo ho contattato le associazioni Arcigay, Stonewall e il Centro CIAO della Fondazione Siamo Mediterraneo Onlus che mi hanno supportato in questo difficile percorso, dove ho avuto la possibilità di conoscere delle persone meravigliose.

Il CIAO mi ha assistito legalmente fino a che ho potuto completare la mia domanda d’asilo ma non è tutto, mi hanno aiutato anche a sbrigare delle pratiche tipo la tessera sanitaria, la residenza…

Oggi la mia vita è cambiata, è già quasi un anno che vivo a Siracusa, ho conosciuto tanti amici, convivo con il mio compagno, ho raggiunto una certa indipendenza economica, spero che tutto vada per il meglio.

Grazie a tutti coloro che sono stati accanto a me in questo lungo e difficile viaggio, spero che come me anche altri ragazz* abbiano la fortuna di riuscire a vivere la loro vita, senza doversi nascondere, senza dover scappare, ma semplicemente VIVERE.

 

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