Dal 25 al 29 luglio si è svolto il Pellegrinaggio all’Hermitage organizzato dalla Provincia Marista Mediterranea per la formazione spirituale dei nuovi educatori e il rinnovo dell’identità marista per coloro che fanno parte già da tempo del mondo marista.
Grazie al grande lavoro di organizzazione e coordinamento dell’Équipe delle Risorse umane, ben 45 tra docenti, educatori, Fratelli Maristi e membri delle Équipe tecniche sono giunti a Lione dalla Spagna, l’Italia e il Libano.

Una grande occasione di conoscenza e approfondimento del carisma che guida, in modo diverso, il lavoro di ognuna delle persone coinvolte e che le accomuna dagli stessi principi e sentimenti. Dopo alcuni incontri preparatori online tenuti nei mesi precedenti, si sono ritrovati tutti nella maestosa, ma quiete, tenuta dell’Hermitage.
Esclusi i giorni di viaggio, le giornate di visita sono state tre e si sono incentrate sul racconto della vita del fondatore e sacerdote della Società di Maria, San Marcellino Champagnat, e nella visita dei luoghi che furono per lui più significativi. Un cammino nella storia della Francia della fine del XVIII secolo alla scoperta delle figure che più influenzarono la sua crescita e delle difficoltà che incontrò.

Tutti si sono ritrovati nell’amore di Marcellino per i giovani e nella determinazione a vivere con semplicità e umiltà.
La chiamata al sacerdozio, il seminario di Verrières; la promessa di Fourvière; l’incontro decisivo con il giovane Gianbattista Montagne, in fin di vita e ignorante in materia di fede; la scuola dei Fratelli a La Valla e la costruzione della casa dell’Hermitage con le sue mani, riutilizzando la roccia da lui stesso spaccata. Episodi che hanno delineato la figura di un educatore attento e progressista.
“Dobbiamo avere dei Fratelli per insegnare il catechismo, per aiutare i missionari e per tenere delle scuole.”
Questo era il sogno di Marcellino. Andare incontro alla mancanza generale di istruzione religiosa e di formazione spirituale del suo tempo.

Alcuni momenti hanno segnato particolarmente questa esperienza: le occasioni di riflessione; le dinamiche che hanno spinto all’apertura; il “silenzio attivo” nel bel mezzo della natura e di ascolto lungo il cammino; le domande che hanno coinvolto in occasioni di confronto e condivisione dei propri pensieri e delle esperienze vissute a contatto con giovani turbolenti perchè provenienti da situazioni critiche che hanno cambiato la vita di ognuno; la possibilità di sedersi alla tavola di La Valla, icona della fraternità marista e della comunione tra persone con mentalità e culture diverse; gli abbracci; le simbologie; l’idea di bagnarsi i piedi nell’acqua del Gier, ruscello che scorre attraverso la proprietà dell’Hermitage; e infine la splendida Celebrazione conclusiva nella cappella dell’Hermitage caratterizzata da commozione e felicità per il rinnovo da parte di tutti della promessa dell’impegno a proseguire, insieme, il sogno di Marcellino.