"Il doposcuola del CIAO è speciale non solo per i bambini che con la loro tenerezza, innocenza e affetto riempiono gli spazi di gioia. Il doposcuola è speciale anche grazie a voi, che ogni giorno date una mano, un aiuto disinteressato, che offrite non solo tempo, ma anche amore."
Negli ultimi mesi si sono uniti a noi nuovi volontari, che hanno un ruolo fondamentale per il CIAO poiché permettono di garantire un accompagnamento più mirato per i bambini; grazie a Luisa e Donatella, il martedì e il venerdì sono state avviate le lezioni di italiano per i bambini che sono in Italia da poco e hanno bisogno, più che di compiti, di un aiuto con la lingua. Il venerdì, invece, i bambini possono studiare inglese insieme Juan Antonio, Linda, Nelly e Michelina. I bambini provengono per lo più da Sri Lanka, Marocco, Costa d’Avorio, Eritrea, Pakistan, Egitto, ma anche dall’Italia che rendono l’apprendimento davvero interculturale!
I bambini frequentano il doposcuola non solo per fare i compiti, ma per condividere, conoscersi, imparare. La cosa meravigliosa è che arrivano con entusiasmo, tanto che molti di loro a volte vengono al CIAO senza compiti, solo per stare, per passare il loro tempo tra queste quattro mura. I bimbi si sentono “a casa”, in una “famiglia”.
Qualche dato:
In occasione della Giornata Internazionale del Volontariato, che si celebra il 5 dicembre 2022, la comunità marista di Siracusa vuole dire ai volontari:
“Grazie per la vostra pazienza!
A volte alcuni bambini si trovano in difficoltà nel comunicare perché il loro italiano è molto elementare, in alcuni casi limitato a monosillabi o a singole parole, ma la vostra tenacia e la vostra perseveranza rendono possibile il miracolo dell’empatia e della comunione.
Grazie per il vostro tempo!
Si viene per un turno, per rimanere al massimo un paio d’ore, ora, ma spesso si rimane più a lungo per aiutare quel bambino che non ha finito. Spesso si rimane a parlare, a condividere. Noi maristi la chiamiamo “pedagogia della presenza”: stare al fianco dei bambini non solo insegnando, ma anche giocando, parlando, ridendo.
Educhiamo anche con la nostra vicinanza.”